Santa Maria Novella
La Gloria e i Valori più alti della civiltà cristiano-occidentale

Una delle più significative perle che la culla del Rinascimento ha da offrire agli sguardi avidi dei tanti visitatori che, comprensibilmente, restano basiti e attoniti davanti a una tale meraviglia, questa chiesa appartiene all’ordine domenicano dal novembre del 1221. Nel corso dei vari lavori per l’ampliamento del convento e la costruzione della chiesa, nel tempo su questa chiesa si sono andati innestando interventi architettonici e artistici di personaggi come Leon Battista Alberti, che su commissione dell’importante famiglia Ruccellai realizzò la facciata – che prima del suo intervento era nuda. Questa presenta ben evidenti simboli matematici e geometrici che, applicati alla natura e all’arte, incarnano appieno l’atteggiamento rinascimentale nei confronti del sapere tecnico-scientifico, che proprio in quell’epoca ebbe a vivere una stagione di grandi fasti. Triangoli, cerchi, quadrati, rettangoli, formano una serie di rapporti armonici che rendono la facciata di questa chiesa uno dei manifesti architettonico-filosofici del Rinascimento. All’interno della chiesa si trova anche la meravigliosa Cappella Ruccellai. A Santa Maria Novella ha lavorato anche un giovanissimo Michelangelo, che chiamava la chiesa “La mia sposa”, Giorgio Vasari, Duccio di Buoninsegna, Lorenzo Ghiberti, Vasari, Filippo Lippi, affreschi del Ghirlandaio. All’interno, tra i tanti capolavori presenti, la triade obbligatoria è costituita dal Crocifisso di Giotto, quello del Brunelleschi e la Trinità di Masaccio.