Di Sosta in sosta

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Le Saline di Trapani e Paceco

Una riserva di natura e antica cultura

91100 -  Trapani
Le Saline di Trapani e PacecoLe Saline di Trapani e Paceco

Dall’oblò dell’aereo, l’immagine delle Saline trapanesi è quella di uno scenografico quadro dipinto a quattro mani, dall’uomo e dalla natura. Da quando i Fenici, quasi 3000 anni fa, costruirono i primi impianti per la raccolta dell’acqua marina e l’essiccazione del sale, quest’area umida fra Trapani e Marsala, lungo il litorale più occidentale della Sicilia, esemplifica il mutuo scambio tra attività produttiva e bellezza ambientale. A tutelarla è, dal 1995, la Riserva naturale orientata delle Saline di Trapani e Paceco (paese a 10 chilometri dalla cosiddetta ‘città dei due mari’, noto anche per la produzione di vini eccellenti e dell’aglio rosso, censito tra i presidi dell’associazione internazionale Slow Food). Un luogo unico, anche perché una sua vasta porzione è inclusa nell’area urbana residenziale. Il WWF, ente gestore della Riserva, vi ha censito decine di rare varietà floreali e 208 specie di volatili, tra nidificanti e di passaggio. Tra queste, i fenicotteri rosa, la cui colonia, incrementatasi negli anni, arriva oggi a conta, in autunno, circa 1.200 esemplari, molti dei quali stazionano a poche decine di metri dal bordo della strada provinciale che va da Trapani a Birgi. Altra ragione per visitare l’area protetta, è il suo patrimonio etno-antropologico. Lo costituiscono 90 mulini a vento di epoche diverse, con le pale a velatura simili a quelle dei modelli olandesi e le numerose vasche rettangolari delle saline. È all’interno di quelle utilizzate per l’accumulo del cloruro di sodio, dette ‘caseddi’, che i salinai eseguono la faticosa raccolta manuale del sale marino (noto per le particolari qualità organolettiche), accompagnando lo sforzo con ipnotici canti tradizionali. Le Saline di Trapani e Paceco sono al centro di progetti di valorizzazione turistico-culturale. Finora sono stati ristrutturati sette mulini, insieme all’unico esemplare superstite di schifazzo, la tozza barca a vela usata sin da epoche antichissime per il trasporto del sale lungo i canali tra le saline e il porto di Trapani. Vie d’acqua, queste, anch’esse incluse in future riqualificazioni a fini turistici. (Antonio Schembri)