La Tonnara di Scopello
Un quadro di Natura e storia marinara

Sono luoghi che testimoniano il sacrificio, la lotta e il rischio per sfamarsi e sopravvivere. Nei secoli sono diventati industrie fiorenti. Sono le Tonnare, i manufatti che prendono il nome dall’ingegnoso sistema di pesca mediante reti ‘a camere’, ideato dai Fenici 3000 anni fa per catturare il pesce considerato regale, perché fonte di sostentamento per molte comunità costiere. Oggi, i cosiddetti ‘marfaraggi’, cioè gli impianti a terra delle antiche tonnare, costituiscono esempi di archeologia industriale strategici per lo sviluppo del turismo culturale. Ancora arduo, però, trovare nel settore pubblico la sensibilità di salvarli dal degrado e renderli accessibili in maniera sostenibile. Il caso della Tonnara di Scopello, nel territorio di Trapani, è emblematico e, al momento, unico nel suo genere. Il suo recupero, portato avanti con costanza e risorse esclusivamente private da una comunione ereditaria di 3 famiglie, ha interessato l’intero borghetto marinaro a due passi dalla Riserva naturale dello Zingaro. Un impegno che ha reso fruibile il manufatto anche in chiave ricettiva. Non si tratta però di un resort. In questo complesso immobiliare, nato come luogo di lavoro e nel tempo divenuto insediamento stabile, è possibile locare uno dei 14 appartamenti indipendenti affacciati sugli straordinari Faraglioni che si stagliano a poca distanza dalla scogliera. Unità, quindi, nel contempo spartane ed esclusive. La vera calamita è l’atmosfera autentica del luogo, che conquista anche il visitatore di passaggio. L’accesso alla struttura sul mare con un biglietto di 3 euro consente infatti di nuotare sotto i torrioni rocciosi e poi rilassarsi al sole, sulla spianata antistante la facciata della palazzina liberty fatta costruire dai Florio. La Tonnara di Scopello è il fermo immagine di un tempo antico: al centro c’è il baglio, il vasto atrio fiancheggiato dai magazzini per lo stoccaggio del pesce, collegati al mare con uno scivolo per l’alaggio delle barche. In questo spazio, sopra il quale si eleva una torre medievale d’avvistamento, si trova anche una chiesetta tardo seicentesca. All’esterno del baglio, le vicarìe, il caseggiato in cui alloggiavano gli addetti alla pesca e alla lavorazione del tonno. Tante testimonianze di un micromondo marinaro avvolto dall’abbraccio verde-azzurro del Tirreno. (Antonio Schembri)