Di Sosta in sosta

Di Sosta in Sosta

Gli eremi di Pulsano

Dove il silenzio si espande fino ai confini del Creato

Monte Sant'Angelo (FG)
Gli eremi di PulsanoGli eremi di Pulsano

Esiste un luogo dove il tempo pare essersi fermato, dove la contemplazione abbraccia l’anima del pellegrino e la stringe a sé in segno di gratitudine. Un luogo dove San Francesco affidò le sue membra stanche alla solitudine assoluta della preghiera, sostando nell’eremo che ancora oggi porta il suo nome. La vallata di Pulsano con l’omonimo Santuario, costellata da eremi che i monaci costruirono nelle insenature della montagna, appare un Tempio naturale di Dio. Il Santuario fu fondato da San Giovanni da Matera. Nato a Matera intorno al 1070, giovanissimo iniziò il suo cammino spirituale a contatto con i monaci Basiliani e poi in maniera personale vivendo lunghi periodi in solitudine e preghiera. Intrapreso il viaggio per la Terra Santa, da Bari tornò indietro sul Gargano per recarsi nella Grotta dell’Arcangelo San Michele e proprio lì la Madonna gli indicò il luogo dove avrebbe dovuto compiere la sua missione, la valle a pochi chilometri di distanza da Monte Sant’Angelo, dove sorgerà l’abbazia. Dal 1129 attorno a Giovanni da Matera si riunirono a Pulsano sei discepoli che nel giro di pochi mesi diventarono sessanta. La comunità aveva assunto la regola di San Benedetto e ben presto la sua fama si diffuse in tutta Italia. Già a partire dal XIII secolo, però, il monastero entrò in una fase di decadenza e numerose vicissitudini religiose e storiche, offuscarono la bellezza e la sacralità del luogo. Attualmente il Santuario è ritornato di proprietà della Diocesi di Manfredonia, riacquistando la dignità e la vitalità di un tempo. I pellegrini che vi si recano, possono ancora immergersi in un silenzio divino che ben si confà ai momenti di preghiera e contemplazione che qui si possono vivere in una dimensione pura ed assoluta. Il santuario di Pulsano continua a essere considerato uno dei più venerabili luoghi della Capitanata dedicati alla Vergine Madre di Dio. (Mariella La Forgia)