Danilo Bucchi
Bambole

Dal 18 aprile al 1 giugno è in programma, alla Emmeotto Living Gallery di Roma, la nuova mostra di Danilo Bucchi, a cura di Gianluca Marziani. “Tracciare un segno nero – scrive il curatore – che scorre come un percorso dentro e oltre il reale. Disegnare una linea immaginifica che parte dai linguaggi e attraversa le città, l’esperienza, il confronto, la memoria, gli altri linguaggi…
Danilo Bucchi torna a Roma con una personale che somiglia a quanto appena detto: una sorta di mondo diaristico che metabolizza l’esterno attorno alla fisionomia mutante dei suoi ritratti a più dimensioni. Bucchi e la propria molteplicità: la pittura col segno fluido delle siringhe che sostituiscono il pennello, le bambole come soggetto privilegiato di un corpo dal sapore teatrale, la scultura come novità che si aggiunge per ampliare la visuale linguistica. Alluminio, carta e tela sono le superfici metaboliche di una figurazione recitativa, un ballo da fermi che coinvolge la sua umanità inquieta e pensierosa, l’autoritratto volumetrico, le bambole tra teatro kabuki e marionette in stoffa.
Proprio le bambole rappresentano un frangente centrale nel percorso di Bucchi. La loro apparizione pittorica incarna lo spazio ludico e femminile, declinato secondo codici figurativi che esaltano la natura del volto e l’artificio dello sguardo. Sono bambole melanconiche dagli occhi imponenti, volti beckettiani da teatro muto che ci fissano mentre rivelano la loro ammaliante sensualità. Le Bambole incarnano il lato “femminile” di una pittura fortemente emotiva, declinata per suggestioni interiori e codici riconoscibili. Qui si verifica la matrice più riflessiva dell’artista, con il colore che riempie i perimetri e sonda la densità dei sentimenti, gli stati d’animo e la loro modulazione sensoriale.