Chiesa di San Zeno
“L’arte di corte” nelle signorie d’Italia

Zeno o Zenone, venerato come santo della Chiesa Cattolica e della Chiesa Ortodossa, fu l’ottavo vescovo di Verona. Originario probabilmente della Mauritania, fu un personaggio colto autore di numerosi miracoli, tanto che la basilica fu eretta in suo onore. Affascinante esempio di architettura romanica, la Basilica fu consacrata l’8 Dicembre dell’806 d.C alla presenza di Pipino il Breve, re dei Franchi. La chiesa subì una prima distruzione da parte degli Ungari e una seconda, nel 1117, a causa di un violento terremoto. La ricostruzione dell’edificio fu ultimata soltanto nel 1389, ad opera degli architetti Giovanni e Nicolò da Ferrara, che conferirono all’edificio l’attuale impronta gotica. L’ultimo ritocco riguardò il soffitto e l’abside inseriti nel 1398. Particolarmente interessante è il rosone nella facciata, che rappresenta la “Ruota della fortuna”: una finestra romanica decorata da sei statue che raffigurano le alterne vicende umane allegoria dell’uomo prima saldamente sul trono, poi in caduta libera, schiacciato dalla sventura, successivamente di nuovo in risalita. Il movimento di discesa e salita costante nelle alterne vicende dell’esistenza umana è proprio ciò che crea il tipico andamento della ruota. All’interno della chiesa, sopra l’altare maggiore, si trova la Pala di San Zeno di Andrea Mantegna, conclusa nel 1460 per volere dell’abate Gregorio Correr. Un’opera in cui l’accentuato illusionismo prospettico fa apparire lo spazio dipinto come la continuazione di quello reale. (Marta Pangrazi).