Casa Padronale “Devilla”
Dimore sarde

Questo complesso architettonico, nonostante sia il risultato di varie fasi costruttive, conserva intatto il nucleo originario. La struttura, sviluppata tre livelli, è introdotta da un imponente ingresso in muratura risalente al 1889. Da lì si accede al cortile, di forma trapezoidale, che accentua l’effetto scenico dell’intera struttura favorendo una percezione prospettica dello spazio, accentuata dalla ricchezza della casa stessa, volta ad evidenziare il ruolo sociale dei Devilla nella comunità aritzese.
La costruzione dell’edificio risale intorno al XVII secolo e rispetta tutti i canoni della tipica casa sarda di montagna del Gennargentu, dalla vecchia balconata in legno – sostituita da un portico – al tipico cortile in ciottolato in scisto locale. All’interno, la zona notte conserva nelle sue cinque camere gli antichi arredi lavorati interamente dagli artigiani aritzesi, mentre il secondo piano e il sottotetto accolgono sia gli ambienti utilizzati un tempo dalla servitù, sia gli spazi destinati a ripostiglio. Le arcate coperte, tutt’ora ben visibili, erano adibite in passato alla trasformazione e conservazione dei prodotti agricoli adiacenti alle cantine, dove veniva prodotto il vino.
Nel XX secolo la casa è stata il teatro dell’omicidio del poeta bandito aritzsese Bachisio Sulis, il quale, inviso al governo locale e al clero per le sue rime, venne assassinato nel cortile d’ingresso.
Attualmente l’edificio ospita la mostra permanente delle casse intagliate di tradizione artigiana aritzese e, occasionalmente, eventi di carattere letterario culturale. (Francesco Manca)
Orari Visite: Martedì/Domenica 10.00-13.00 / 15.00-18.00