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Soste di Gusto

Caffè Pedrocchi

Il Caffè senza porte

Via VIII Febbraio, 15 - 35010  Padova
Caffè Pedrocchi

Da quasi duecento anni, il Caffè Pedrocchi è un vero è proprio monumento della città veneta, tappa obbligata dei turisti al pari della cappella degli Scrovegni o dei Musei Civici.
Voluto da Antonio Pedrocchi, imprenditore dalle forti idee liberali, e realizzato dall’architetto Giuseppe Jappelli, fu inaugurato nel 1831 e rimase aperto ininterrottamente – giorno e notte – fino al 1916, tanto da meritare l’appellativo di “Caffè senza porte”. Si può accedere al Caffè Pedrocchi da due ampie logge – una settentrionale (l’entrata dalla parte dei leoni, come dicono i padovani) ed una meridionale (dalla parte del Bo) – e fermarsi in una delle tre sale al pianterreno: Verde, Rossa e Bianca, i cui nomi richiamano volutamente i colori della bandiera italiana, pur non rispettandone la successione cromatica. La sala Rossa è quella che ospita il bancone e, insieme al piano nobile, accoglie la maggior parte degli eventi che animano il locale, rassegne di concerti, mostre, incontri letterari, conferenze. Ma la particolarità probabilmente più intrigante riguarda la sala Verde, una sala senza obbligo di consumazione usata dagli studenti e dai padovani come luogo di studio, ristoro e riparo dal freddo. Proprio da qui deriva il detto “essere al verde”, poiché sala veniva utilizzata dai poveri della città che non si potevano permettere consumazioni a pagamento.

Articolato in una fitta serie di sale, salette, logge e terrazze, il piano superiore è sede del Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea, che conserva ritratti, filmati e documenti riguardanti la storia della città. Ma il Caffè Pedrocchi è anche e soprattutto un tempio del gusto e dei sapori, come dimostrano gli straordinari dodici caffè serviti con menta, whisky, panna, brandy e cioccolato. Ogni tempio ha però le sue regole, e il Pedrocchi non fa eccezione, dovendo rigorosamente essere servito in tazza grande, senza zucchero e rigorosamente senza cucchiaio – non deve essere mescolato per nessun motivo. Il ristorante offre una raffinata cucina d’autore, affidata allo chef Giacomo Dianin, e valorizzata da una carta dei vini di circa 500 etichette. (Francesca Mancosu)