Birrificio San Quirico
L'arte della birra in collina

Giulitta, la scura, e Iris la chiara. Giulitta, la santa patrona di San Qurico d’Orcia, sorella in malto e luppolo di Iris, che porta il nome della scrittrice inglese Iris Margaret Origo, che alla Val d’Orcia ha dedicato immortali emozioni d’inchiostro di rara potenza ed evocatività. Due grandi personaggi, molto importanti per San Quirico, danno il nome alle due birre prodotte da questo piccolo birrificio immerso nella Val d’Orcia, che utilizza solo materie prime locali e selezionatissime. Birre ad alta fermentazione, non filtrate, non pastorizzate, senza aromi, né conservanti, né additivi chimici ma con due punti fermi, che sono poi due facce della stessa medaglia: la ricerca ossessiva della qualità, e il legame con il territorio, forte e duraturo. Dall’ingresso si intravedono nitide e imponenti le botti utilizzate nel ciclo produttivo. Nel laboratorio di analisi interno al birrificio vengono effettuati giornalmente controlli e analisi delle birre, in modo da garantire sempre il rispetto degli alti standard di qualità che contraddistinguono i prodotti firmati “Birrificio San Quirico”. Grazie a un protocollo d’intesa firmato con l’Università di Perugia, si sta portando avanti, in questo piccolo grande laboratorio birraio, uno studio sull’utilizzo delle piante autoctone della Val d’Orcia nella produzione della birra, avviando anche una coltivazione sperimentale di luppolo. Un occhio alla sostenibilità ambientale è quello strizzato dal progetto Bir-riciclo, grazie al quale chi porta un vuoto riceve uno sconto. Il materiale promozionale è stampato su carta riciclata. Rispetto dell’ambiente e valorizzazione del territorio, le due direttrici per una birra che esprime al meglio il gusto, la perseveranza e la pienezza di questa splendida terra. (M.V.)