Agnese Guido. Atlante
Flussi e frammenti

Nella personale intitolata “Atlante”, curata da Andrea Lacarpia e organizzata da Dimora Artica presso Oldoni Grafica Editoriale, Agnese Guido presenta una selezione di dipinti e collage dai diversi soggetti. Nella mitologia greca Atlante è un titano che, appesantito e afflitto, regge il mondo intero sulle proprie spalle come perpetua punizione inflitta da Zeus per aver partecipato alla rivolta contro gli dei dell’Olimpo. Se nell’immaginazione mitologica un unico essere può sostenere l’intero universo, la più lucida razionalità può concepire l’enorme estensione della Terra racchiudendola in un unico libro. L’atlante dei viaggi immaginari intorno al mondo, intrapresi con entusiasmo tra una definizione geografica e l’altra, oltre ad essere un monumento all’organizzazione dello spazio, nell’esperienza infantile può anche stimolare l’immaginazione trasportando la mente in lontanissimi confini esotici. La fisiologica necessità dell’uomo di dominare la natura si realizza pienamente nella misurazione dello spazio geografico: suddiviso, catalogato, denominato in diversi modi. Come l’atlante anche la mente è una sorta di archivio d’immagini, tratte dall’insieme delle esperienze percettive e catalogate con una gerarchia personale costruendo un immaginario e isolando solo alcune esperienze. Nelle opere di Agnese Guido la pittura isola alcuni frammenti sottraendoli al continuo flusso percettivo, scelti con un personale atto di volontà e congelati in una dimensione metafisica. Con una gestualità immediata che non indulge nelle descrizioni, Agnese Guido separa i propri soggetti dall’ambiente d’origine, trasformandoli in simboli ed elevandone così la presenza iconica. L’attitudine sperimentale dell’artista si manifesta nella varietà dei soggetti, delle soluzioni installative e della tecnica pittorica, con la costante di una scelta cromatica essenziale e tendente ai toni freddi delle visioni oniriche. Nei recenti collage, costituiti dalle stampe su carta comune dei soggetti dei dipinti, è rivelata una parte del processo creativo che sta alla base della sua ricerca, in cui dettagli e associazioni iconografiche vanno a formare una narrazione. La pittura, come mezzo di riflessione sull’illusorietà delle percezioni, ferma nel tempo le visioni fugaci e contemporaneamente fornisce una prova della loro concretezza, svelandone i meccanismi. La mostra sarà visitabile fino al 1 marzo, dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 18.30.